03 Mag Personale opinione sul mondo dei web designer

Non sono un designer, anche se qualcosa faccio da me e un minimo mi so arrangiare con Photoshop e Illustrator. Avendo avuto bisogno di reclutare dei web designer, mi sono reso conto di come quelli bravi (pochi) siano oberati di lavoro. Da qui le mie considerazioni.

Secondo me per essere un buon web designer conta:
– per un 20% buone conoscenze tecniche, conoscenza e padronanza dei software per l’elaborazione grafica;
– per un altro 20% buona conoscenza delle regole e dei principi del web design;
– infine, per un 60% doti creative e di buon gusto oltre che a una spiccata sensibilità nel cogliere i segnali delle mode e delle tendenze (capacità di stare sul pezzo) e le esigenze del cliente;

Purtroppo, se conoscenze tecniche e stilistiche si posso apprendere pagando, partecipando a uno dei millemila corsi per web designer, doti creative e buon gusto sono cose che a mio avviso non si imparano a tavolino, a ore, sono un mix di doti innate e ricercatezza quotidiana, frutto di un percorso che intraprende con naturalezza chi viene mosso da una forte passione, a volte senza rendersene nemmeno conto.

È come se la maggior parte dei designer, e di chi si spaccia per tale, non riuscisse a spingersi oltre il 50% delle abilità necessarie per divenire un grafico talentuoso, rimanendo quindi nella mediocrità. Per non parlare di quelli che io definisco grafici di provincia, i terribili creatori di  locandine per sagre, flyer per svendite, inaugurazioni, e tutta quella merda (passatemi il termine) che riceviamo per posta…

Elaborazione a cura di Francesco Favaro - Weekly Marketing Quote

Gragicamente potrei così sintetizzare il mio pensiero.

Io dico che è una questione di passione. 
Passione vs Improvvisazione, dove per improvvisazione intendo il vivere il lavoro di grafico come, appunto, solo un lavoro, un qualcosa per mantenersi, un modo per avere delle entrate. Forse è questa la barriera, il solco mentale che separa quell’80% di grafici mediocri da quel 20% di grafici talentuosi (passatemi queste percentuali approssimative e prive di fondamento scientifico).

La passione ti spinge a crescere, ad essere curioso, a viaggiare, a osservare, a sperimentare, a metterti in gioco, a rimescolare le carte, a non accontentarti, a fare di più del richiesto. Ad andare oltre, in profondità.

Arrivato a fine post mi rendo conto che in effetti questo ragionamento si può tranquillamente estendere a moltissime altre categorie professionali, marketer compresi (eccome!), diciamo che i web designer hanno avuto il merito di ispirare questa riflessione. 😛

E voi siete d’accordo con le percentuali assegnate alle varie competenze?

Francesco Favaro
favaro.france@gmail.com

Laurea Magistrale in Marketing e Comunicazione. Attualmente sono Marketing Assistant in SodaStream Italia. Leggo molti saggi e manuali, per il desiderio di capire di più, e più a fondo. . Osservatore. Profilo Google +

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